
La Povertà Educativa è una delle tante missioni di Apdam. Vediamo insieme cosa vuol dire “POVERTA’ EDUCATIVA”
Save The Children, è stata la prima a introdurre in Italia il concetto di Povertà Educativa, che viene definita come “la privazione da parte dei bambini, delle bambine e degli/delle adolescenti della possibilità di apprendere, sperimentare, sviluppare e far fiorire liberamente capacità, talenti e aspirazioni”.
La povertà educativa è frutto di fattori economici, sociali e ambientali. Nelle famiglie marginalizzate, molto spesso si attiva un circolo vizioso e i figli, a loro volta, saranno adulti in svantaggio sociale.
Come dice Lorena Milani, professoressa di Pedagogia Generale e sociale presso l’università di Torino, il sistema non mette in campo strumenti sufficienti per il sostegno di queste persone, per poterle affiancare in maniera dignitosa riducendo così la disuguaglianza sociale.
Come Apdam agisce per combattere la povertà educativa
Richiamando l’agenda 2030, l’obiettivo n. 4 si concentra sul «Fornire un’educazione di qualità, equa ed inclusiva, e opportunità di apprendimento per tutti». La Fattoria di Bubi e Mimi apre le porte e offre una possibilità in più a chi non potrebbe permettersi, altrimenti, di farlo, permettendo ai bambini che la frequentano di imparare, conoscere e prendersi cura di sé e degli altri, in un contesto naturale e quindi rigenerante.
Attualmente, attraverso il progetto Fili d’Erba, che prevede la presenza di un’ortoterapeuta e un’educatrice, APDAM svolge delle attività a contatto con la natura, pretesto per potersi relazionare con i bambini e poterli aiutare a sviluppare nuove potenzialità, i loro talenti e sviluppando la loro dignità umana.
Come lo facciamo? Per noi è fondamentale la centralità del protagonismo e della partecipazione dei ragazzi in relazione al diritto all’ascolto e alla partecipazione dei bambini e delle bambine a tutto ciò che li riguarda – art. 12 della Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (1989). In questo senso, partiamo dai loro desideri e dalle proposte che nascono da loro per poter programmare le attività.
Bibliografia