Cooperazione Internazionale

Il NAUFRAGIO DI CUTRO – UNA TRAGEDIA NELLA TRAGEDIA!

Una riflessione che ci sembrava doverosa

Una riflessione sul naufragio di Cutro che ci sembrava doverosa, per non dimenticare, perché ciò che desideriamo è diffondere consapevolezza e lo facciamo ogni giorno con le nostre attività e con il lavoro di tutti i volontari di APDAM. Con i nostri progetti internazionali cerchiamo di donare speranza a donne, bambini, giovani e uomini nei paesi in cui operiamo. Cooperiamo con loro al fine di fornire gli strumenti e le risorse per cogliere e raccogliere tutta la ricchezza intellettuale e le competenze tecniche che già possiedono.

Il Naufragio di Cutro non può essere dimenticato e desideriamo che diventi un mantra a partire da adesso, nonostante avremmo dovuto farlo anche ieri, quando qualcuno ci chiederà aiuto. E’ un dovere tendere la mano, perché siamo tutti esseri umani!

Senza tediarvi troppo, vi lasciamo uno stralcio di ciò che pensiamo…

C’è un quadro di Turner che rappresenta una nave negriera in preda alla collera cieca del mare inferocito. Il vascello è preda della forza distruttrice delle acque: cerca di allontanarsi, ma si lascia dietro una terribile scia di detriti e uomini. 
L’impotenza di fronte a questo quadro è percepibile, ed è terribile.

È passata una settimana dal naufragio di Cutro e di cose ne sono state dette.
Le abbiamo sentite in televisione mentre mangiavamo con la famiglia, poco prima di un programma a premi.
Abbiamo visto le immagini mentre andavamo al lavoro, fermi nel traffico o sulla metro, scrollando la pagina verso un altro post.
Le abbiamo lette sui giornali, accanto a quell’enorme pubblicità di una crociera.

Chissà quanto passerà prima che ci ricorderemo di nuovo che il nostro mare è pieno di corpi e di sogni spezzati.
La narrazione riduce tutto a colpevoli, numeri e lettere.
Semplifichiamo bare, corpi, dolore, per non pensare che stiamo guardando persone, con una storia.
Ci siamo abituati.

Ma non siamo impotenti di fronte alla realtà. 
Ogni giorno si sceglie di non esserlo. 
Reimpariamo l’empatia per non rimanere indifferenti.


Nell’immagine: La nave negriera, William Turner, 1840

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